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Ugo Mulas fotografa Arnaldo Pomodoro

a cura di Angela Vettese
3 ottobre 2008 – 22 marzo 2009
Fondazione Arnaldo Pomodoro, Via Solari 35, Milano

L’iniziativa, curata da Angela Vettese, presenta oltre 100 immagini realizzate da Ugo Mulas dal 1959 al 1970, che raccontano l’intenso rapporto di amicizia e di lavoro tra Mulas e Arnaldo Pomodoro, i cui studi risiedevano nello stesso palazzo di Milano.

Nelle foto di Ugo Mulas (1928-1973) c’è tutto o quasi il lavoro di Pomodoro in più di dieci anni. Sono immagini che rivelano la vicenda artistica e umana di Pomodoro: la prima mostra in una galleria americana, la Marlborough; la stanza alla Biennale di Venezia; le grandi sfere fotografate sulla sabbia sassosa del Ticino come se fossero pianeti bucati o concrezioni lunari; i ritratti con il fratello Giò… e, soprattutto, la scintilla che ha fatto nascere questo straordinario rapporto: il Ritratto a figura intera, conseguenza di un divertissement, come ricordato Pomodoro stesso: Tutto inizia nel 1959 con un ritratto che nasce da una situazione curiosa. Ero arrivato nel suo studio di piazzetta Guastalla con la giacca. Di solito, allora come oggi, non la indosso. Ugo, sorpreso e incuriosito, mi chiese di mettermi in posa davanti al fondale che aveva appena utilizzato per un servizio di moda maschile. Nasce così, un po’ per gioco e con tanta ironia, il mio primo ritratto”.

Ugo Mulas amava fotografare la scultura più della pittura perché lo rendeva meno passivo, gli permetteva di giocare con le ombre e con i punti di vista. Se il quadro suggerisce un’attenzione statica, la scultura permette e, in special modo nel caso di Pomodoro, chiede un coinvolgimento attivo. Lui stesso amava raccontare che: Fotografare una scultura vuol dire leggere la scultura, vuol dire darle uno spazio, una luce e un punto di vista; fotografare un quadro vuol dire soltanto fare una banale opera di riproduzione; fotografare una scultura è come tradurre un brano di letteratura da una lingua in un’altra, passare dalle tre alle due dimensioni del foglio fotografico e quindi si deve usare un altro linguaggio e quindi si compie un’opera di interpretazione. Sono anche considerazioni come queste che spiegano, oltre a un rapporto umano inossidabile, come mai Mulas abbia fotografato in quasi quindici anni tutto ciò che ha potuto di Arnaldo Pomodoro.

Per l’occasione viene pubblicato un volume, per le Edizioni Olivares, con un testo di Angela Vettese.

Info e modalità di accesso alla mostra

Quando: 3 ottobre 2008 – 22 marzo 2009, da mercoledì a domenica (11:00-18:00) e il giovedì (11:00-22:00)

Dove: via Solari 35, Milano

Biglietti: intero € 7 / ridotto € 4 / gratuito per gli under 12, i soci della Fondazione e di ICOM

Contatti:
info@fondazionearnaldopomodoro.it
tel. 02 89075394

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