Arnaldo Pomodoro
Grande disegno, 1971
acquarello e matite colorate, 350 × 280 cm
Ho raggiunto – dichiara Arnaldo Pomodoro – una massima consapevolezza nelle mie operazioni mentali su sferoidi e cilindri, per la quale ritengo che, nel corso che va dalla corrosione alla spaccatura e al foro, si arriva nella mia “ricerca” a far sopravanzare ora l’elemento del significato su quello della proporzione movimentata delle masse sculturali. […] Se io faccio, ora, colonne chiaramente recise o tagliate (dopo quelle corrose e quindi spaccate, con una loro tensione intellettuale e insieme emotiva che fin qui le sosteneva), faccio una cosa che per me ora è facile. Inoltre: la via di ricerca che ritengo maggiore è ancora quella delle mie Onde o Negazioni di superficie riflettente. […] Faccio per questo uno spacco evidenziato che sta “monumentalmente fermo” un centesimo di secondo. E cioè: tento di esprimere il movimento in corso non riguardo a un elemento minimo parcellare, ma riguardo all’insieme-astratto. (E accanto ad esso, metto le distruzioni già esistenti, che risultano qui con un troncone e con un segmento nel quale il frammentario è confezionato con regolarità). Come dire: sento oggi un enorme e maestoso movimento di crollo (che è tale, enorme e maestoso, nel movimento in sé, nel movimento che viene impresso, non nella roba che crolla).
da: Arnaldo Pomodoro. “Un centesimo di secondo”, catalogo della mostra, Milano, Studio Marconi, 1971.
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