Lucio Fontana
Studi per “Teatrini”, 1965-1966
biro nera su carta, 31 × 21 cm
I disegni di Fontana sono un documento prezioso per coglierne l’essenza del lavoro: ci raccontano le tappe e le scoperte del suo lungo itinerario artistico. Anche nei disegni, che sarebbe meglio definire “antidisegni” secondo l’idea stessa dell’artista, Fontana rifugge da quello che definiva “immagini inchiodate senza indizi di vitalità” e si pone in antitesi nei riguardi della tradizione accademica, ma si connette alla ricerca di altri innovatori. Così, in queste carte si potrebbe, ad esempio, ritrovare la materia indifferenziata e impalpabile di Medardo Rosso, la deformazione plastica di Rodin, il segno creatore e vibrante di Matisse e di Klee… Realizzati in modo rapido, con tratto nervoso e dinamico, i disegni di Fontana danno forma alla tensione emotiva dell’artista, fissano la folgorazione di un’idea e la rendono concreta e palpitante, o ne mostrano gli studi di elaborazione successivi, con grande chiarezza e inventiva, ma senza mai diventare “progetto per un’opera precisa”.
da: Arnaldo Pomodoro, Fontana e gli “antidisegni”, in Lucio Fontana. Le scritture del disegno, catalogo della mostra, a cura di G. Bianchino, Milano, Fondazione Arnaldo Pomodoro, 2009, p. 25.