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Magdalena Abakanowicz si è sempre dedicata alla scultura, dopo un primissimo periodo di ricerca pittorica. La sua opera plastica si sostanzia dapprima di materiali non canonici, per esempio di materiali tessuti secondo una tecnica di sua invenzione, oppure, nel corso degli anni settanta, di strutture in gesso su cui vengono applicati, tramite colle e resine, pezzi di juta o canapa. Negli anni più recenti vengono adottati anche legno, terracotta e metalli diversi, mentre la pietra o la fusione in bronzo entrano progressivamente nel suo orizzonte operativo. Di solito, l’opera di Abakanovicz assume la dimensione dell’installazione di grandi elementi, spesso pensati per l’esterno. Le figure sono quasi sempre di grandi dimensioni e hanno una struttura antropomorfa. L’opera della scultrice vale in fatti come una meditazione sulla condizione umana, e l’uso di materiali scabri, privi di colore, recanti evidenti le impronte della manualità che li ha generati, insistono sui valori organici, corporei, fisici che si vogliono mettere in primo piano. Anche nel ritratto schizzato nel disegno in collezione, evidentemente un bozzetto per una scultura, questi valori emergono, nel tracciato fitto e nervoso di segni neri che con tratti decisi verticali e diagonali, contrastati da quelli, orizzontali, che definiscono occhi e bocca, strutturano con decisione l’immagine. da: Fondazione Arnaldo Pomodoro. La Collezione permanente, catalogo della mostra, a cura di G. Verzotti, A. Vettese, Milano, Skira, 2007, p. 173

Magdalena Abakanowicz
Faces
, 1984

lithograph, 75,5 × 56,5 cm

Magdalena Abakanowicz has always dedicated herself to sculpture, after a very early period of pictorial research. Her plastic work initially took the form of non-canonical materials, for example materials woven according to a technique invented by her, or, during the Seventies, plaster structures onto which pieces of jute or hemp. In more recent years, wood, terracotta and different metals have also been adopted, while stone or bronze casting progressively enter its operational horizon. Usually, Abakanovicz's work takes on the dimension of the installation of large elements, often designed for the outdoors. The figures are almost always large in size and have an anthropomorphic structure. The sculptor's work is in fact a meditation on the human condition, and the use of rough materials, devoid of colour, clearly bearing the imprints of the manual skill that generated them, insist on the organic, corporeal and physical values that are intended to be in the foreground. Even in the portrait sketched in the drawing in the collection, evidently a sketch for a sculpture, these values emerge, in the dense and nervous outline of black signs which with strong vertical and diagonal strokes, contrasted by the horizontal ones which define the eyes and mouth, structure with decision the image.

from: Fondazione Arnaldo Pomodoro. La Collezione permanente, exhibition catalogue, edited by G. Verzotti, A. Vettese, Milano, Skira, 2007, p. 173.