Arnaldo Pomodoro
Triade, 1979
fiberglass, 15 × ø 1,5 m ciascun elemento (3 colonne)
Queste tre colonne – racconta Arnaldo Pomodoro – sono fra le più grandi che ho fatto: le ho pensate anzitutto come segnali, mentre rimandano al tema della “colonna” presente nel mio lavoro sin dal 1960 come riflessione sulla ricerca continua, sulla esplorazione dello spazio e del cosmo. La “colonna”, insieme alla sfera, al cubo, alla piramide, è una forma fondamentale per la mia ricerca sui solidi della geometria. La “colonna” non è del tutto equiparabile a un cilindro, essa non corrisponde unicamente a una struttura elementare, ma al contrario costituisce un motivo ricco di memorie. È elemento portante della classicità, nel suo significato architettonico quanto nell’essere luogo dove si svolgono storie, come testimoniano gli obelischi egizi e le colonne romane. Si stabilisce così un rapporto tra la superficie e il segno corrosivo con cui intervengo, infrangendo la forma e riproponendola con significati allusivi e simbolici che vanno dal ricordo di antiche civiltà in rovina a inquietanti strutture postmoderne. La “colonna” è verticale come una persona: in essa sono state celebrate la civiltà umana e le sue conquiste. Si potrebbe anche affermare che le mie colonne esprimono l’aspirazione alla libertà e alla democrazia in opposizione a tutte le forme antiquate delle strutture di potere.
Gli esemplari in fiberglass bianco, modelli della scultura impiegati per la fusione e ora parte della Collezione della Fondazione, furono esposti per la prima volta nel 1984 al Forte di Belvedere di Firenze. Successivamente concessa in deposito al Comune di Pavia e collocata in piazza Milano dal 1985 al 2002, la Triade di fiberglass fu poi installata a Lugano per la mostra personale che ebbe luogo nella primavera del 2004. Infine è stata collocata a Torino, in occasione delle Olimpiadi invernali, sulla rotonda Maroncelli dove è rimasta fino a novembre 2010.
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