Arnaldo Pomodoro
Lettera a K., 1965
bronzo, 56 × 37 × 9,5 cm
Mi è accaduto più volte di riferire un mio lavoro a un testo letterario o artistico per segnalare un’insorgenza inventiva avvenuta anche entro la sollecitazione immaginativa di quel testo o di quell’opera.
Lettera a K. è dedicata a Franz Kafka, ma è anche un omaggio a Kierkegaard e a Klee, che è uno dei miei maestri di riferimento.
Le letture della mia formazione sono state molte, da Kierkegaard a Sartre fino ad Attali e a Sennett, ma Kafka mi ha colpito profondamente e i suoi libri – Il castello, Il processo e Le metamorfosi hanno stimolato la mia visionarietà. Mi sono riconosciuto subito in quelle storie, in quei racconti e le mie prime opere contengono elementi di analogia con le tematiche dei suoi libri: l’indecifrabilità, l’ambiguità, l’incertezza dell’essere umano, il subconscio.
Da qui l’origine e il titolo stesso di questo rilievo: una serie di forme e di segni astratti ed emblematici compongono una pagina scritta con un linguaggio illeggibile, una sorta di lettera simbolica firmata con l’impronta della mia mano sinistra.
Arnaldo Pomodoro
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