Achille Perilli
Senza titolo, 1965
tecnica mista su carta, 56 × 77 cm
Impegnato in una ricerca astratta basata sul segno, Perilli partecipa così alle poetiche dell’epoca informale, divenendone uno dei protagonisti italiani. I suo contribuito maggiore però si sviluppa nel corso degli anni Sessanta, quando organizza la superficie in scoparti all’interno dei quali delinea grovigli di segni. La disposizione dei riquadri fa pensare a una sequenza narrativa, dove di fatto si registra la genesi della forma, il suo divenire piu che la sua identità certa. Simili osservazioni valgono anche per l’opera in collezione, dedicata in basso a destra “ad Arnaldo, maestro plastico”.
Una figura allusivamente organica campeggia in basso, mentre quattro schizzi dipinti nella banda superiore, anch’essi fortemente allusivi, sembrano proporre versioni diverse dello stesso organismo. Le figure sono definite come forme appiattite solcate da linee andamentali, da frecce, che innestano movimento, energia, vero motivo unificante dell’intera composizione.
da: Fondazione Arnaldo Pomodoro. La Collezione permanente, catalogo della mostra, a cura di G. Verzotti, A. Vettese, Milano, Skira, 2007, p. 178.