Sergio Dangelo
Senza titolo, 1967 circa
collage, 34 × 26 cm
Dangelo condivide il pensiero di Kant per il quale la bellezza di un’opera non dipende dal contenuto di cui essa tratta, ma piuttosto dall’armonia che essa eccita nella nostra mente. E non dimentica la lezione di Duchamp che ha rivalutato per sempre l’oggetto comune – reaydmade – sottoponendolo ad una triplice operazione: de-contestualizzandolo, cambiandone l’angolo di percezione e dandogli colore verbale, cioè un titolo. […] Il lavoro di Sergio Dangelo è tributario di queste premesse ideologiche, e se le sue invenzioni pittoriche – come i suoi collage, assemblage e sculture – sprigionano una tale carica poetica è proprio perché egli è fedele a questi imperativi. […] Come Duchamp, Dangelo riesce a trasformare un frammento della vita quotidiana in un’opera d’arte. Con il collage egli coniuga diversi readymade in modo sapiente qunato poetico. Questo diventa allora un “poema in pittura”, nello stesso senso in cui si dice un “poema in prosa”.
da: A. Schwarz, I collages di Sergio Dangelo, in Sergio Dangelo. 100×13. Cento collages per tredici giorni, catalogo della mostra, a cura di C. Scagnelli, Milano, Biffi Arte, 2012, p. 6.